XIX Giornata Contemporaneo | Corpus Delicti | Alessandra Cristiani

Corpus Delicti

PINDOC

Teatro Comunale di Teramo

09 Ottobre 2023 21:30

da EGON SCHIELE
I tappa della Trilogia: La questione del corpo e l’arte di E. Schiele, F. Bacon, A. Rodin

performance Alessandra Cristiani
musica e suono Gianluca Misiti
luce Gianni Strapoli
produzione PINDOC
coproduzione Teatro Akropolis
con il sostegno di Armunia / Festival Inequilibrio
in collaborazione con Associazione Le Decadi

All’interno della XIX Giornata del Contemporaneo – Il sogno di una cosa, organizzata da ACS, la performance CORPUS DELICTI di Alessandra Cristiani, è la prima tappa di una trilogia nata dal desiderio covato nel tempo di una formazione artistica, di dare luce alla propria natura corporea indagandola nei suoi aspetti più sfuggenti, interroganti e nascosti.

La performer ha osato avvicinarsi all’opera rinnovatrice nel campo dell’arte iconografica, di tre autori dei secoli scorsi: Egon Schiele, Francis Bacon, Auguste Rodin, proponendo un percorso creativo che non parte dal rivisitare gli artisti in linea cronologia e storica, quanto piuttosto dal seguire un’altra mappatura sensibile ed empirica fatta di impressioni, urgenze, disorientamenti, attrazioni.

Il progetto che ha come nodo cruciale la questione del corpo nell’epoca contemporanea e la carnalità del corpo scenico, ha tentato di sbrogliare la grande e oscura fascinazione ricevuta e subita al cospetto delle  opere, del pensiero,  delle poetiche dei tre artisti. L’approfondimento dell’incontro tra il corpo e l’immagine -una immagine data, creata, restituita- ha messo in campo esercizi conoscitivi del corpo provenienti da diverse tradizioni, pratiche e ha esplorato, intrecciato strategie di creazione tra i moti performativi e i processi di stampa fotografica.

Questi corpisegni preludono a qualcosa di attuale, sono l’affacciarsi a un volume materico della presenza, taciuto o muto. Allo sguardo, immediata e viva è l’impressione di ricevere da loro, la spinta di un dietro a volte colmo, pressato sul davanti ad evocare sigilli arcaici e a tratti un dietro largo e calmo che inonda la persona, la perimetra. Corpi posati in un per sempre, oppure sospesi in uno spasmo o trattenuti dal barlume di un’intuizione, mai disarmati. Corpi resi stretti, pieni che gridano un esubero, una via di fuga o di conquista di sè nel porsi smisurato. Presenze ferrose nella carne e nello spirito, dichiaratamente nella fisicità di un prima, di un dopo, nel mentre di uno stato. E’ necessario far saltare la proporzione aurea, il ricamo rappacificante e lasciare che qualcosa accada impudicamente o che qualcosa sia irriducibilmente. Il corpo e la questione del corpo: materia spirituale, enigma, enormità senza fine. Questo esserne contenuti e al tempo stesso estromessi. Questo disagevole abitarsi perché non se ne riconoscono più gli assi cartesiani, o questa forza dignitosa, banale, sacra, profana di essere solo corpo, emanazione di corpi. Sono questi i tempi per riformulare il senso, accedere agli errori, esorcizzare l’essere umano così come è. Cerco una “dislocazione” che porti un altro sentire, alimenti l’utopia di un nuovo linguaggio corporeo.

Corpus Delicti

Tuscania, 2018. Foto di Alberto Canu

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